Oltre lo zero waste… c’è il minimalismo?
Lo zero waste è un percorso di vita molto pratico, e viene spesso accostato ad altre filosofie e stili di vita. Non è raro trovare persone che vivono in modo zero waste e senza plastica, o che sono anche vegane, che piantano alberi, autoproducono, lottano per la salvaguardia dei mari, partecipano ai clean-up, oppure si impegnano sul fronte etico nelle lotte per l’uguaglianza sociale e di genere.
Tutto ciò va evidentemente oltre l’obiettivo di ridurre i rifiuti, ma costituisce ciò che c’è di più interessante nel movimento zero waste: la meravigliosa differenza e personalizzazione del percorso di ciascunə.
Attenzione: non sempre è possibile. Questo discorso vale solo per i casi in cui i valori di fondo e gli obiettivi sono condivisi, o almeno se non c’è una netta contraddizione.
Alcuni esempi: la lotta per preservare la barriera corallina si accosta bene ad un percorso di sostenibilità e lo completa; ma è facile indovinare che uno stile di vita consumista e zero waste siano opposti. Uno dei due punta a consumare sempre di più, e l’altro a ridurre i consumi.
In questo senso, anche la cultura dell’usa e getta, dell’obsolescenza programmata e dell’acquisto compulsivo sono impossibili da integrare con un percorso mirato a ridurre gli sprechi. E così tanti altri.
E il minimalismo?
Questione di principio
Diciamolo subito, gli obiettivi finali dello zero waste e del minimalismo non sono sovrapponibili. Uno dei due percorsi punta direttamente al ridurre gli sprechi e i rifiuti, l’altro ad individuare l’essenziale nella nostra vita ed eliminare tutto ciò che è superfluo e inutile. Non hanno quindi un obiettivo comune.
Ma i loro principi di fondo non sono incompatibili: sono semplicemente diversi.
Molto dipende dall’approccio personale a questi due percorsi e dalla capacità di abbracciarli con un po’ di senso critico, evitando inutili estremismi.
Per questo esistono zerowaster accumulatori, minimalisti spreconi e… (ecco la buona notizia!) zerowaster minimalisti e minimalisti zero waste!
Si…può…fare!!!
All’interno della Rete abbiamo un’ampia rappresentanza di persone contemporaneamente zero waste e minimaliste. C’è chi ha iniziato dall’ambiente per poi arrivare al minimalismo, chi ha fatto l’opposto e chi ha cominciato i due percorsi contemporaneamente (che coraggio!).
Troviamo che sia possibile trarre il meglio da questa unione. Ecco in che modo queste due filosofie si completano, con alcuni esempi:
- Il minimalismo e lo zero waste hanno in comune la riduzione degli acquisti e dei consumi.
Per esempio, un approccio minimalista allo zero waste aiuta a non fare incetta di oggettini in bambù con la scusa di trovare alternative usa e getta (idea furba: probabilmente abbiamo già quello che ci serve). Una mentalità zero waste evita di acquistare un capsule wardrobe nuovo di zecca, e ci spinge a costruirlo partendo dal nostro armadio, o con acquisti mirati nei mercatini dell’usato. - Con entrambi è bene puntare sulla qualità. Selezionare oggetti fatti per durare nel tempo riduce gli sprechi ed abbatte la necessità di fare scorte “nel caso in cui”.
- Parola chiave: multiuso. Gli oggetti con più funzioni sono grandi alleati per entrambi i percorsi. Un barattolo vale più di mille scatole e contenitori, una saponetta sostituisce molti flaconi, e in cucina non abbiamo bisogno di un arnese diverso per ogni uso, o di un detersivo per ogni superficie.
- Altro elemento comune è la preferenza per il noleggio, l’affitto e il prestito, soprattutto per gli oggetti ed i capi che ci servono raramente, anziché comprarne di nuovi o tenerli in casa inutilizzati.
- La predilezione per le esperienze anziché gli oggetti materiali quando si tratta di regali; per esempio per le feste comandate come il Natale, ma non solo. Con le esperienze si mantiene intatto lo spirito del dono e non si rischia di incappare in un sovrappiù di oggetti non necessari, evitando lo spreco che contribuirebbero a creare.
Relazioni pericolose
Non sempre il connubio minimalismo e zero waste funziona. Se avete deciso di intraprendere entrambi i percorsi, sappiate che il “ma chi ve l’ha fatto fare!” è in agguato. Se vi fa piacere, fateci sapere le vostre esperienze, le belle vittorie e le peggiori difficoltà!
Noi vi consigliamo di armarvi di pazienza ed un pizzico di umorismo.
Diciamo che per anni compravo e accumulavo, ora per i vestiti mi faccio una lista ogni anno e compro solo quando strettamente necessario, per il cibo spasa settimanale ben organizzata (ma qui partivo da una buona cultura familiare) e se ho prodotti beauty da comprare, prima termino quelli che ho…perchè come scritto nell’articolo è inutile riempirsi di roba e magari uno già la ha in casa. Ecco il mio tallone d’Achille sono i libri, ma al momento ne vendo su Ebay quindi allungo la vita del libro e con il guadagno ne compro altri….ma cerco sempre di migliorare in tutti i campi….ognuno deve trovare la giusta via per se stesso…ma mi sembrano tutti consigli ottimi
Grazie! È sempre molto interessante conoscere le esperienze altrui. Sembra che tu abbia già trovato un ottimo equilibrio in tutti i campi. Anche per i libri hai trovato un compromesso molto ragionato su ciò che ami e i tuoi valori, quindi tanti complimenti per il tuo percorso!
Un rischio esiste per chi si approccia per la prima volta al minimalismo ed è subito invogliato a buttare via tutto quello che “non è perfetto” (o, per dirlo alla Marie Kondo, non “sprizza gioia” ) per raggiungere in fretta questo obiettivo di equilibrio ideale.
Io ammiro e aspiro alla filosofia minimalista, ma allo stesso tempo mi cruccio dello smaltimento responsabile delle cose di cui vorrei liberarmi. Quindi sono bloccata in un limbo né minimalista né zero waste e non so come uscirne, se non nel lento processo di vendita/swap/consumo fino alla distruzione di tutte le cose che occupano spazio indebito nella mia casa e nella mia vita 😅😂