Nell’ultimo anno il riscaldamento globale è diventato, finalmente, un argomento di conversazione universale. A questo aumento di consapevolezza ha contribuito anche l’attivista Greta Thunberg che, con costanza, si è fatta portavoce dell’allarme lanciato dal mondo della scienza.
Ad agosto, proprio la giovane svedese si è recata negli Stati Uniti in barca a vela, affermando di evitare l’aereo a causa delle sue pesanti emissioni di carbonio. La sua singolare decisione ha riportato alla ribalta il tema dell’inquinamento da aerei, con annesso l’inevitabile neologismo: flygskam. La parola svedese indica il senso di vergogna che si prova nel prendere questo inquinante mezzo di trasporto.
La “vergogna per l’aereo” è oggetto di dibattiti anche molto accesi tra ambientalisti, giornalisti e cittadini.
“Smettete di volare per le vostre vacanze a Fuerteventura!”, esclamano i primi, indignati.
“Greta che naviga l’Atlantico ne ha di tempo da perdere eh?!” è la reazione spontanea di molti cittadini e cittadine.
Il tema è delicato, e affrontarlo (o parlare di ecologia evitando di affrontarlo) non è impresa da poco. Anche il principe Harry e Meghan Markle si sono attirati battute al vetriolo da parte della stampa, che li ha definiti ipocriti per le loro affermazioni ecologiste, fatte tra un volo in jet privato e l’altro.
Parlarne o lasciar stare?
Ora tocca alla Rete accettare la sfida, e la prima domanda a cui rispondere è anche la più semplice: è davvero necessario, con tutti gli altri argomenti sull’ambiente, parlare di voli aerei?
Purtroppo la risposta è affermativa: volare è un mezzo di trasporto estremamente inquinante.
Secondo una delle più recenti analisi dell’ICCT, viaggiando in aereo un passeggero emetterebbe tra i 75 e i 160 grammi di CO2 a chilometro (RPK). In treno, si emetterebbero circa 14 grammi per chilometro, inquinando dunque tra le 5 e le 11 volte di meno . Sebbene sia difficile fornire dati precisi (esistono tante variabili, ad esempio la distanza coperta dai voli e i recenti progressi in materia di efficienza energetica dei motori degli aerei), è innegabile quanto sia pesante l’impronta di questo tipo di trasporto.
A questo si aggiunge l’aumento considerevole di traffico aereo degli ultimi anni: secondo le statistiche IATA, nel 2018 gli aerei hanno trasportato 4,4 miliardi di passeggeri: un aumento globale del 6,3% rispetto al 2017. Anche per i prossimi anni le previsioni sono al rialzo. Volare dunque non è solo una azione inquinante, ma a farlo siamo sempre di più e sempre più spesso.
Il tutto si potrebbe concludere qui: volare inquina, non volate, prendete il treno.
Eppure, in un mondo di ecologisti ed ecologiste imperfette, è necessario ampliare la riflessione. Alcuni discorsi accusatori (e spesso condiscendenti) anti-voli rischiano una reazione di antagonismo da parte di chi si sente accusato. In egual misura, accusare qualcuno di ipocrisia totale per un volo non contribuirà positivamente al dibattito. Questo perché smettere di volare, a differenza di altri cambiamenti che possiamo attuare, è difficile. Cerchiamo di capire il perché con un raffronto tra il trasporto aereo e quello su rotaia, quest’ultimo grande favorito per l’ambiente.
Il tempo è denaro, e il tempo speso non vale tutto quel denaro
Prediligere sistematicamente il treno all’aereo per un viaggio a medio-lungo raggio è difficile a causa di due fattori in particolare: il tempo e i costi. Anche tenendo conto del trasporto da casa ai due (o più) aeroporti, degli infiniti controlli di sicurezza e di qualche eventuale ritardo, l’aereo impiegherà facilmente molto meno tempo del treno. I viaggi su rotaia sono spesso una roulette russa, soprattutto se il numero di cambi aumenta.
Eppure il tasto più dolente, soprattutto chi è già sensibile alla tematica ambientale, sono i costi. A fronte di molte compagnie aeree a basso costo, i treni sono spesso un bene di lusso per cui si arriva a spendere il doppio, se non addirittura il triplo o il quadruplo per lo stesso viaggio. Anche i più motivati ad accettare il danno di una giornata in treno per ambiente, saranno costretti a retrocedere alla beffa di pagare, per quest’ultimo, una cifra così alta.
Godere di molto tempo a disposizione e di una buona disponibilità economica sono due privilegi importanti di cui non tutti godono. Tenere a mente le nostre difficoltà e accettare le eventuali incongruenze delle nostre scelte è essenziale quando si fa sensibilizzazione.
Non tutti i viaggi sono uguali
Un altro fattore importante da tenere a mente è la ragione per cui si vola. Se a sentir parlare di flygskam ci immaginiamo ricchi turisti alle Baleari, la verità è che spesso chi viaggia in aereo lo fa per necessità.
In una realtà sempre più globalizzata, immediata e interconnessa, sarebbe difficile imporre a un impiegato di non viaggiare per lavoro o a un expat sardo di non tornare a casa per un fine settimana in famiglia. Purtroppo, molto spesso l’aereo è l’unica opzione che viene presa in considerazione o che risulta disponibile. Anche chi vola per puro piacere personale potrebbe controbattere, dicendo che scagliarsi contro gli aerei è un tipo di ecologismo reazionario e chiuso, e che viaggiare lontano apre la mente e ci aiuta a crescere. Insomma, solo introdurre la questione risulta molto più complicato di quanto non possa sembrare!
E quindi?
La Rete Zero Waste da sempre cerca di fare sensibilizzazione in maniera inclusiva e razionale. Prima di suggerire possibili soluzioni ai voli aerei, abbiamo voluto concentrarci sui motivi che spingono a spostarsi in un certo modo piuttosto che in un altro. L’articolo di oggi non è una giustificazione a questo inquinante modo di viaggiare: è una sincera premessa che abbiamo ritenuto essenziale. Con il prossimo articolo si passerà invece all’azione, e ci concentreremo sulle possibili soluzioni e alternative ai voli.
Nell’attesa della seconda parte chiediamo anche a voi di contribuire alla discussione nei commenti: volate spesso? Lo fate per piacere o necessità? Quali sono le vostre opinioni a riguardo? Avete mai avuto la flygskam?
Io ho scoperto da poco la bellezza di viaggiare (sono stata disoccupata molto tempo e non potevo permettermelo). Il volo aereo è senz’altro più a portata delle mie tasche e, non disponendo di ferie molto lunghe, anche quello fa la differenza. L’unica cosa che sento di fare, per ora, per sentirmi meno in colpa è alternare: un anno mete più lontane con aereo, un’anno mete più vicine in treno. E comunque mai più di un viaggio all’anno.