Perché un articolo sull’abbigliamento minimalista su un sito che parla di riduzione dei rifiuti?
Parlare di moda sostenibile significa aprire un vaso di Pandora. Abbiamo già accennato ai danni prodotti dall’industria del fashion sull’ambiente – la seconda più inquinante al mondo – e cercato di trovare delle soluzioni plausibili per contrastare il problema e ridurne l’impatto. Oggi vi un nuovo approccio al guardaroba: il capsule wardrobe.
Il capsule wardrobe (armadio capsula) è una ulteriore strategia utile per agire in questa direzione. Si basa sulla selezione di pochi capi essenziali che seguano una logica cromatica e suddivisi per stagionalità. Questa scelta facilita gli abbinamenti e permette di sfruttare al massimo ogni singolo pezzo, senza dare l’impressione di un guardaroba noioso e monotono.
Armadio del futuro o soluzione presente a tutti i problemi del fenomeno “armadio pieno ma nulla da indossare”?
Se la prima reazione all’idea di possedere pochi abiti è sconvolgente, proviamo a ragionare.
Pensiamo a quanti vestiti sono presenti nel nostro armadio e a quanti effettivamente utilizziamo con regolarità. Io personalmente mi vesto sempre alla stessa maniera, scelgo sempre i soliti abbinamenti. Gli acquisti impulsivi, i capi pazzi e sfiziosi sono quelli abbandonati in fondo all’armadio.
Il capsule wardrobe è composto per lo più da capi basici, di buona fattura quindi durevoli nel tempo, in materiali naturali come l’intramontabile camicia bianca di cotone da abbinare ad un denim dalle linee semplici o ad una gonna nera al ginocchio. Un guardaroba in cui ogni capo può essere accostato ad almeno altre 5 combinazioni senza stonare. Un contenitore di vestiti, eleganza e serenità.
Se ci si focalizza su questa immagine non è poi così difficile immaginare di dire addio a fronzoli, paillettes, pizzo e colori fluo.
5 dritte per creare il tuo guardaroba capsule
- Qualità: pochi capi ma buoni. Il cambio stagione è un ottimo momento per individuare i pezzi di cui siamo già in possesso che si adattano alle nostre esigenze e su cui far ruotare anche i futuri acquisti.
- Tessuti naturali: piacevoli al contatto e che lascino traspirare la pelle, come cotone, lino, iuta, canapa se preferiamo le fibre vegetali, mentre seta, lana, cachemire e cuoio sono di origine animale.
- Colori sobri: una buona tattica è scegliere una tonalità e giocare con essa in modo da rendere possibili più abbinamenti possibili.
- Vestibilità e sensazioni: prediligere pezzi che valorizzino il corpo in base alle nostre caratteristiche e che facciano sentire bene quando li indossiamo è la chiave per scegliere con consapevolezza e gioia come presentarci al mondo… Perché sì, a volte, “il vestito fa il monaco” 🙂
- Nessuna imposizione e tanto buon senso: alcuni esperti di capsule wardrobe hanno redatto delle liste di capi “obbligatori”, altri hanno fissato un numero massimo di abiti. La virtù secondo noi sta nel mezzo, quindi abbandoniamo gli schemi e cerchiamo di vivere con serenità il nostro essere minimalisti senza ingabbiarci in generalizzazioni e restrizioni che potrebbero divenire controproducenti.
Che fare degli abiti di cui non abbiamo più bisogno?
Esistono alternative utili per evitare di gettare via indumenti che non sentiamo più nostri, ma ancora in buono stato.
- Beneficenza: l’opzione più semplice è donarli ad una associazione benefica, come Humana, o su gruppi Facebook locali di scambio.
- Vendita fisica/online: se invece si volesse provare a venderli è possibile rivolgersi a negozi di seconda mano – in Italia la catena del Mercatino – oppure a piattaforme web come Vinted, Shedd app o Depop.
- Scambio: ottima occasione per fare affari è l’alternativa dello swap party, ci si organizza fra amicɜ e conoscenti per scambiare abiti ed accessori, rinnovando il guardaroba a costo zero e senza sprechi.
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