La crescente produzione di rifiuti e il loro corretto smaltimento non sono solo un problema italiano, ma un tema con il quale ci si confronta in ogni parte del mondo, come testimoniano le centinaia di gruppi a tema “rifiuti zero” nati negli ultimi anni. Ogni nazione ha una sensibilità diversa e, sebbene la maggioranza dei governi fatichi a tenere il passo, ci sono alcuni esempi virtuosi che mostrano come alcune soluzioni siano possibili da attuare.
Oggi vi presentiamo proprio alcune delle misure per ridurre i rifiuti attuate all’estero, per riflettere insieme su quanto si potrebbe fare anche in Italia per facilitare uno stile di vita a rifiuti zero.
Il vuoto a rendere:
È ormai noto che nei paesi del Nord venga dato un grande valore al vuoto a rendere, un sistema presente anche in Italia fino alla fine degli anni Sessanta e poi andato perso in favore dell’usa e getta.
Quello che pochi sanno è come funziona effettivamente questo sistema nei vari paesi: le differenze sono infatti notevoli, il che rende alcune varianti migliori di altre.
monouso e riutilizzabile: differenze
Attualmente esistono due sistemi: il vuoto a rendere monouso e quello per contenitori riutilizzabili. Le bottiglie o le lattine vengono raccolte tramite apposite macchine, generalmente posizionate nei supermercati.
Il primo ha l’obiettivo di incrementare la quota di riciclaggio e ridurre la quantità di rifiuti dispersi in maniera irresponsabile nell’ambiente. Nel secondo caso invece le bottiglie, normalmente sia in plastica dura che in vetro, vengono riutilizzate.
Nel primo caso vengono poi consegnate alle imprese addette al riciclaggio, nel secondo verranno rivendute alle aziende, che provvedono a disinfettarle, lavarle e riutilizzarle.
In entrambi i casi bisogna lasciare un piccolo deposito all’acquisto, che viene poi restituito alla consegna del vuoto. Il buono ricevuto può essere cambiato direttamente in denaro contante.
Anche se ovviamente sono presenti eccezioni, nella maggior parte degli stati è possibile riconsegnare bottiglie e lattine in qualsiasi supermercato del paese, indipendentemente da dove sono state comprate.
Attualmente questo sistema è adottato soprattutto nel nord Europa, ma non mancano esempi anche oltreoceano. Altri paesi ne stanno discutendo l’introduzione proprio in questi mesi, purtroppo però la tendenza va più verso il riciclaggio anziché verso il riuso.
Il divieto delle borse di plastica:
Guidati dal Ruanda, diversi stati Africani hanno introdotto un bando sulle borse di plastica.
Attualmente è illegale introdurre borse di plastica e alla frontiera, così come in aeroporto, dove vengono effettuati severi controlli. Il turista “sorpreso” con una borsa di plastica solitamente non viene multato, ma piuttosto informato della legge e gentilmente invitato a consegnare la “merce incriminata”.
Grazie a questo sistema il Ruanda è riuscito a mantenere pulito il proprio territorio, facendo guadagnare alla capitale Kigali la fama di “città più pulita dell’Africa”, senza dover investire in fretta in impianti di riciclaggio e smaltimento.
Il Kenya ha recentemente deciso di seguire l’esempio dei vicini e vietare a sua volta le borse di plastica.
Addio alle stoviglie di plastica monouso:
La Francia ha anticipato la direttiva europea e, con una legge emanata nel 2016, vieta a partire dal 2020 la produzione di stoviglie monouso in plastica. Queste dovranno essere sostituite da alternative compostabili prodotte con materiali di origine biologica.
Tutte queste iniziative non contribuiscono direttamente alla riduzione della produzione di rifiuti. C’è da dire, però che rappresentano una volontà politica di confrontarsi con il problema e trovare soluzioni, come è stato per la normativa europea sui sacchetti per frutta e verdura.
L’utilizzo dei propri contenitori nei supermercati:
Questa non è un’iniziativa governativa, ma è una soluzione che se non altro non viene ostacolata, come spesso avviene in Italia.
Nel corso degli ultimi due anni, sempre più supermercati in Inghilterra, Germania, Svizzera, Stati Uniti e Australia danno la possibilità di comprare prodotti alimentari da banco nei propri contenitori.
Per rispettare le norme igieniche locali, questi non devono mai essere toccati dagli addetti e non possono mai entrare a diretto contatto con il banco.
Come si può dunque usare il proprio contenitore senza infrangere le norme igieniche? Semplice: il cliente lo posiziona direttamente su un vassoio, che il commesso può toccare e mettere sulla bilancia. Dopodiché riempie il contenitore tramite utensili quali pinze o un forchettone e infine lo restituisce al cliente, che lo chiude e attacca l’etichetta. Il tutto avviene senza contatto diretto.
Semplice, vero?
E voi? Quale iniziative vorreste vedere implementate in Italia?
Fonti: alcune delle immagini presenti in questo articolo sono state prese dal web.