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La famiglia Rifiuti Zero (o quasi)

Come si fa a non produrre rifiuti?

In La famiglia zero rifiuti (o quasi)edito da Sonda, Jeremie Pichon e Benedict Moret (autori del blog famillezerwastedechet), condividono la loro storia e i passi che li hanno portati a ridurre i propri rifiuti del 91%. Il loro percorso “è iniziato all’improvviso, e quasi inconsapevolmente”. Era il 2000, la coppia stava partecipando a una raccolta di rifiuti in spiaggia e durante quell’esperienza realizzarono che i rifiuti semplicemente non sarebbero arrivati in mare (o a fiumi, boschi, laghi ecc.) se qualcuno non li avesse prodotti. In questo senso, il miglior rifiuto è quello non prodotto, e RIFIUTARE è stato l’inizio del loro cambiamento: rifiutare un sacchetto di plastica, rifiutare di comprare frutta o verdura confezionata in vaschetta. Rifiutare di fare quello che fanno gli altri. Con il tempo, oltre a rifiutare, hanno iniziato anche a ridurreriutilizzare, rivendicare (facendo sentire la propria voce ai produttori) e riciclare. Hanno poi deciso di condividere il loro cammino in un blog e quindi è nata l’idea del libro.

primo anno rifiuti zero Bloutouf

Sì, ma qual è il costo di vivere senza produrre rifiuti (o quasi)? 

Ecco una delle domande che più spesso si sono sentiti rivolgere all’inizio del loro percorso, come se preoccuparsi dell’ambiente fosse un’esclusiva di piccoli gruppetti radical chic con uno stipendio molto più alto al di sopra della media, anziché un dovere di tutti.
Calcoli alla mano, nel libro vengono messi a confronto beni di prima necessità sfusi con gli stessi confezionati e acquistati nella grande distribuzione, oppure viene fatto il calcolo della spesa per i detersivi per la casa confezionati, paragonati a quelli autoprodotti, di cui vengono fornite anche tutte le ricette. Ciò che si vede chiaramente è che lo zero waste è uno stile di vita redditizio per chi lo mette in atto. All’inizio può sembrare il contrario, ma nel lungo termine c’è un notevole risparmio anche per la società, visto che (per dirne una) se tutti lo adottassero diminuirebbero notevolmente le spese di smaltimento dei rifiuti. Inoltre, bisogna tenere conto del “prezzo” da pagare per il Pianeta.
Cambiare abitudini non è una moda passeggera, ma è una necessità. Dobbiamo cambiare perché siamo costretti a farlo. In 40 anni, circa la metà della fauna selvatica mondiale è scomparsa, il petrolio si sta esaurendo, e gli oceani saranno dichiarati morti entro il 2050. I dati nel libro parlano chiaro: non c’è più tempo.
Cambiare si può e si deve.

mare-rifiuti-Bloutouf

Sì, ma come? 

Cambiando le nostre abitudini, e migliorando la nostra qualità di vita, è possibile ridurre fino al 95% dei nostri rifiuti. Jeremie e Benedict ci mostrano quanto e come è cambiata la loro vita in un anno, quali risultati si possono ottenere in poco tempo, quali siano i margini su cui si può migliorare. Il libro di Jeremie e Benedict in questo senso è un ottimo manuale pratico,con un vero e proprio piano d’azione suddiviso per temi (alimentazione, cosmesi, pulizia della casa…); ricette facili e zero sprechi per autoprodurre i propri detersivi in casa, risparmiando tempo e denaro; tabelle ‘prima e dopo’ per tenere traccia dei propri risultati; 10 sfide zero rifiuti alla portata di tutti; indicazioni utili per chi diventa genitore.

 

Punti di forza del libro:

Lucia: Ho trovato molto utili le ricette per autoprodurre i detersivi. Credo le proverò! Inoltre, mi è piaciuto il taglio del libro, accompagnato da vignette ironiche, che alleggerisce i toni, pur facendo riflettere.

Marianna: I piani d’azione per i diversi aspetti della vita mi hanno entusiasmato. Mi è piaciuto moltissimo anche il fatto che si parli di una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano, usano l’auto per spostarsi, ci sono due bambini non più piccolissimi. Insomma, uno stile di vita in cui molti possono riconoscersi.

Un consiglio del libro da mettere subito in pratica:

Lucia: Per me è stato semplicissimo sostituire tutti i vari flaconi di prodotti per l’igiene personale come schiuma da barba, doccia schiuma, deodorante, shampoo, con l’equivalente solido, in formato saponetta, con l’involucro di cartoncino. Già solo questa piccolissima azione ha ridotto tantissimo i rifiuti che produco.

Marianna: I primi cambiamenti facili sono stati dire addio ai mille prodotti per la pulizia della casa. Avevo tantissimi flaconi diversi (ad esempio anticalcare, detersivo per i pavimenti, igienizzante per il bagno, anticalcare e sgrassatore), adesso utilizzo acido citrico come anticalcare (diluito in acqua, più efficace contro il calcare e meno inquinante dell’aceto), detersivi sfusi o che produco in casa per il resto.


Articolo – non sponsorizzato – scritto da Marianna e Lucia

Link al sito della casa editrice: Sonda

2 thoughts on “La famiglia Rifiuti Zero (o quasi)”

  1. Il libro lo ho ordinato e lo sto leggendo si trovano un sacco di suggerimenti utili e un pò alla volta prevedo di modificare di molto il mio impatto inquinante…piccoli passi grandi risultati…le vignette sono bellissime

    1. Ciao Giulia, è proprio come dici tu, a volte bastano davvero dei piccoli passi, eppure un mare di ‘piccole gocce’ crea una grande ondata di cambiamento!
      grazie per essere passata di qui <3

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