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Perché il Black Friday è così nero

Il Black Friday (letteralmente venerdì nero) cade il giorno successivo al Ringraziamento ed è una tradizione ormai consolidata negli USA che propone sconti esorbitanti per un periodo di tempo limitato. Tale venerdì nero è nero per davvero purtroppo: dietro alla magia dell’offerta super allettante, si cela il nero dovuto allo smog delle città zeppe di macchine sfreccianti verso i centri commerciali, dei corrieri verso le case dellз clienti, dei camion merci verso i negozi.

Black Friday: chi ci guadagna?

Di certo non noi. Proviamo a pensare ai nostri ultimi acquisti, specialmente agli acquisti “sbagliati” e al possibile pentimento provato nel renderci conto di quanto non facessero per noi, acquistati solamente perché sotto l’invitante luce del -70%; a tutti quei vestiti dalla taglia sbagliata, con colori che non ci donano, di materiali scadenti che hanno riempito i nostri armadi.

Pensiamo a tutte quelle volte che ci siamo trovati davanti alla cassa con il carrello (reale o virtuale) pieno di cose “scontatissime”, per poi realizzare che abbiamo comunque speso una fortuna.

Lo capiamo che quel pelacarote elettrico a forma di coniglio era carino, ma se resta inutilizzato in un cassetto non aiuta…

Dal Black Friday, chi ci rimette?

Tanto per cominciare, i lavoratori con il loro carico di stress supplementare. I lavoratori come noi, che diventiamo clienti e ci scordiamo di chi c’è dall’altra parte.

Avete unə amicə commessə? Bene, allora sapete di cosa stiamo parlando.

NO? Allora proviamo a ragionarci con un esempio: per questo venerdì i dipendenti di Amazon Italia hanno indetto sciopero. Tutto il fatturato che viene generato nelle grandi aziende raramente arriva al singolo lavoratore, come dimostra il caso Amazon.

Nel frattempo tanti piccoli negozi chiudono, incapaci di far fronte alla concorrenza spietata dei grandi colossi.

Inoltre, non fidatevi dei prezzi troppo bassi, spesso non sono reali affari; soprattutto sui beni che senza sconti non valgono molto, i creatori ci rimettono.

La vera domanda è: cosa ci serve realmente?

Non vogliamo più sentire la frase “ci sono i saldi, cosa posso comprare?”, come se fosse un obbligo.

Il nostro suggerimento è quello di stilare una lista desideri con quello che vi serve e che volete realmente e successivamente ricercare tra i saldi, un po’ come quando si va a fare la spesa. Attenersi alla lista aiuta a non comprare d’impulso cose che pensiamo di volere, ma non ci servono veramente e finiranno in un cassetto, o ancora peggio, diventeranno un rifiuto.

Meno oculatezza, più frenesia e poco tempo per approfittare, portano quello che era una corsa agli affari ad essere stress da shopping compulsivo, stress dovuto a degli stupidi oggetti, che nemmeno ci miglioreranno la vita o faranno sentire meglio con noi stessi.

Tanti, tanti rifiuti

Torniamo a quel pelacarote elettrico bellissimo. Vi ricordate la gioia di portarlo a casa e toglierlo dalla confezione?

Prima via la pellicola di plastica, poi il cartone, poi il polistirolo dentro e, infine, dopo circa 1 kg di imballaggi, eccolo! Il nostro minuscolo pelacarote.

Nel migliore dei casi questi rimarranno gli unici rifiuti. Nel peggiore, dopo qualche tempo realizzeremo di aver comprato cose che non ci servono, che a loro volta faranno una brutta fine.

In conclusione, salvaguardate il vostro portafoglio, il nostro ambiente, voi stessə ed evitate acquisti spropositati (se potete).

La nostra proposta, per questo venerdì nero, è di non seguire passivamente le mode consumistiche, ma di fare la differenza! Anziché esaurirvi nello shopping sfrenato, inventate un’azione verde da fare oggi e condividetela con gli hashtag #venerdìverde e #retezerowaste, mostrateci la vostra idea oppure lasciatevi ispirare dai nostri 10 passi.

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